venerdì 8 maggio 2015

"Il buio fuori" e anche dentro...

Cari i miei bei lettori,

è finalmente giunto il momento, che ho tanto atteso: oggi vi parlo di un meraviglioso libro di Cormac McCarthy. Sapevo che questa storia non mi avrebbe delusa…
Non è l’opera più conosciuta dell’autore tanto che, prima di trovarmelo tra le mani nella libreria del mio amico Gianluca, non ne avevo mai sentito parlare.

 "Il buio fuori" di Cormac McCarthy, edito Einaudi 1997, 208 pagine 10,00€ 

Questa è la storia di una donna, una mamma che ha perso il suo bambino; in realtà, le è stato sottratto...ma la cosa peggiore è che l’artefice di questo insensibile atto, è l’unico parente che le sia rimasto al mondo: il fratello. Dopo uno sfiancante parto in casa, privo di qualunque ausilio o assistenza, la debilitazione rischia di farla da padrona. L’unica cosa in grado infondere coraggio e forza, è il disperato desiderio di Rinthy di poter abbracciare suo figlio.
Partiremo così per un viaggio unico nel suo genere, lungo un sentiero costellato di incontri, difficoltà e speranza.
Culla, il tormentato fratello, partirà a sua volta alla ricerca della sorella; che sia per amore, per paura o per malvagità…lo scopriremo, forse, soltanto alla fine. 



McCarthy ha la capacità di raccontare dei fatti di un’amarezza disarmante camuffandoli abilmente e alleggerendoli; solo apparentemente, però.
Lo stile di scrittura, non è certamente tra i più semplici. Pur essendo molto diretto, rischia di diventare fuorviante. Leggere McCarthy richiede un’ampia dove di concentrazione, per quanto mi riguarda…
Trovo che la scrittura strida notevolmente con i temi affrontati, in quanto riesco a cogliere l’enfasi che mi aspetterei soltanto in alcuni momenti particolarmente carichi di tensione. Solo quando ho chiuso il libro, ho percepito le sensazioni che il testo voleva comunicare: mi ha lasciato addosso un senso di inadeguatezza, sviluppato dopo un percorso fatto di commozione e empatia nei confronti della protagonista.
La verità è che 208 pagine stampate, hanno provocato in me un numero troppo elevato di sensazioni per essere facilmente descrivibile.
Saprete meglio di me che, in tanti altri casi, lo stesso numero di pagine di un volume possono scorrere velocemente, senza quasi che ce ne accorgiamo. Dopo, però, quello che ci rimane è un ricordo labile, il più delle volte. Questo è il potere del “contenuto”, e della trasmissione di emozioni.
In “Il buio fuori” non troviamo eroi e antagonisti convenzionali, bensì dei personaggi con una scarsa caratterizzazione che compiono atti alcuni ignobili, altri dalla difficoltosa comprensione.
A dispetto di tutte le previsioni, uno dei personaggi meno interpretabili è quello del Calderaio, un individuo che passa la sua vita girovagando per le strade dei paesi più disparati con il fine di vendere la sua paccottaglia. Come può una figura così poco rilevante ricoprire un ruolo che, alla fine, si scoprirà non essere per niente tale? 
Grazie alle tante domande che questo straordinario autore mi lascia, mi sono affezionata alle sue storie come poche volte mi è capitato...

Ora vorrei sapere da voi se avete mai letto qualcosa di McCarthy e, se sì, cosa ne pensate...necessito di confrontarmi con qualcuno :)
Il mio voto è 8!

Per la prossima recensione cambiamo decisamente genere...vi dico solo che parleremo del Re!

A presto, vi amo molto! 

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