lunedì 2 novembre 2015

Di Anime di vetro e cuori infranti.

Quando ho bisogno di andare sul sicuro, leggo Ricciardi.

"Anime di vetro" di Maurizio de Giovanni - edito Einaudi (Stile Libero Big) 2015 - 19,00€ per 394 pagine

C'è la morte nell'anima di Luigi Alfredo Ricciardi. Imprigionato nel guscio della solitudine più completa, che non permette a nessuno di intaccare, è sulla soglia della disperazione. All'ottavo appuntamento con i lettori del commissario dagli occhi verdi, più che mai protagonista di una indagine dove tutto è anomalo, Maurizio de Giovanni ci regala la meraviglia di un romanzo in cui le anime di ciascuno si rivelano fatte di vetro: facili a rompersi in mille pezzi, lasciano trasparire la fiamma che affascina e talvolta danna, e occorre allora il sacrificio della rinuncia, che può apparire incomprensibile ed esporre alla vendetta. 
Prende così forma un congegno narrativo misteriosamente delicato e struggente, vertiginoso e semplice, che spinge Ricciardi su strade rischiose. E lo costringe a fare i conti con sé stesso e i propri sentimenti. 
Mentre le pagine sembrano assumere la voce di una delle più celebri canzoni partenopee, per capirne il più nascosto segreto.

E' così: quando conosci un personaggio e te ne innamori perdutamente, sviluppi una vera e propria di dipendenza. 
Ho letto di Ricciardi nei luoghi più disparati...sui treni, in altre città, in svariati appartamenti dove ho abitato...eppure, ha l'inspiegabile abilità di farmi sentire sempre a casa.
Parti dal presupposto che il folklore napoletano non può non attirare curiosità e ammirazione, di per sé.
Aggiungi uno stile narrativo coinvolgente e riflessivo, una proprietà di linguaggio disarmante, personaggi più caratterizzati degli esseri umani e vieni direttamente catapultato nelle storie di de Giovanni, senza passare dal via.
Il nostro commissario Luigi Alfredo (mai scelta stilistica fu più infelice) fa un mestiere complicato: caccia gli assassini. 
Solitamente si pensa a una qualche specie di vocazione ma, nel suo caso, si è trattato di una strada obbligata. Fin da piccolo, infatti, Ricciardi possiede il "dono", scorge i fantasmi di chi ha subito una morte violenta ed è in grado di sentirgli pronunciare l'ultimo pensiero fatto prima di soccombere. 
Immaginiamo quanto può essere asfissiante condurre un'esistenza costellata di dolore e sofferenza...chiunque finirebbe per corazzarsi di solitudine. 
La dolcezza di questa storia sta nell'incontro con personaggi che, invece di fuggire davanti alle scomodità, svolgono la funzione umana più importante al mondo e affiancano il protagonista riservandogli tutto l'affetto e l'amore che la vita gli ha tolto.
Io sono emotiva, per cui il primo risvolto che noto è quello basato sulle sensazioni ma la maestria dell'autore nel raccontare storie nere non è da meno; so che ama definire i suoi romanzi proprio così, "neri" e non gialli o thriller. 
L'atmosfera cupa che aleggia durante tutta la lettura, ci offre chiare delucidazioni sulla scelta della definizione.
In questo ottavo incontro con la crudeltà umana, lo sguardo glaciale di Ricciardi dovrà scavare nell'anima di vetro di un uomo che si è dichiarato colpevole di un brutale atto che non ha commesso; il caso è chiuso, la risposta più semplice è quasi sempre quella giusta...ma c'è ancora qualcuno disposto a dare spazio alla richiesta d'aiuto di una moglie che, nonostante la disgrazia si sia abbattuta sulla sua famiglia in tutti i modi che aveva a disposizione, non intende sopperire all'ingiustizia.

Leggere queste storie mi provoca ogni volta degli scossoni emotivi che non scambierei con nulla al mondo...leggetelo, leggetelo! E permettete ad ognuno di questi personaggi straordinari di prendere un posto nel vostro cuore <3








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