mercoledì 20 settembre 2017

Recensione "Il treno per Tallinn" di Arno Saar

Buon pomeriggio Amici dei Libri!

Oggi vi racconto del primo di una serie di romanzi polizieschi che ho da poco iniziato, grazie a Libri Mondadori. Si tratta di un’idea molto interessante che ha avuto Alessandro Perissinotto, autore già molto rinomato nel panorama letterario italiano, che ha deciso di dedicarsi al genere giallo, pubblicando questo primo romanzo sotto pseudonimo.

Titolo: Il treno per Tallinn. La prima indagine di Marko Kurismaa
Autore: Arno Saar
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Pubblicazione: 2016
Pagine: 166 
Formato: Rilegato
Prezzo: 17,00€

Arno Saar ci guida sulle tracce dell'assassino lungo le strade della gelida Tallinn, tra i vicoli della città vecchia, i locali alla moda delle ex zone industriali e gli squallidi quartieri dell'architettura sovietica.

"Quando anche la neve si spense, il mondo davanti alla sua macchina si ridusse al tunnel luminoso creato dagli abbaglianti: venti, trenta metri di realtà e il nulla intorno. Per un attimo, Marko pensò che se avesse potuto alzarsi in volo e vedere dall'alto la sua automobile, come nella ripresa aerea di un film, quell'immagine sarebbe stata l'emblema di una solitudine sconfinata." 

È notte, la neve cade fitta quando il treno proveniente da San Pietroburgo fa il suo ingresso nella stazione di Tallinn, capolinea. Bastano venti minuti perché dei passeggeri rimangano solo le impronte sulla neve; uno però è ancora a bordo, accasciato in una poltrona di prima classe, una bottiglia di liquore accanto a sé. Morto. È Igor Semenov, un uomo d'affari russo. Il caso è delicato e viene affidato al commissario di polizia Marko Kurismaa, che con i russi ha un conto in sospeso. E non è il livore di tanti estoni nei confronti del popolo che fino a pochi anni prima li dominava: è un dolore tutto personale. Marko ha il fascino dell'uomo tormentato, il fisico asciutto dell'ex sciatore di fondo e il rigore di chi nella vita si è dovuto conquistare tutto. In più, nasconde qualcosa. In altri tempi, Marko ha avuto la presunzione di saper distinguere al primo colpo la verità dalla menzogna. Ora è più cauto, forse più saggio, la nostalgia della giovinezza lo punge sempre più spesso e i dubbi sono quotidiani compagni d'indagine: da dove viene la tristezza che rende opaco lo sguardo di Olga, la giovane e bella moglie della vittima? Quanto è pericoloso l'uomo che qualche giorno prima è stato visto attaccare briga con Semenov? Arno Saar ci guida sulle tracce dell'assassino lungo le strade della gelida Tallinn, tra i vicoli della città vecchia, i locali alla moda delle ex zone industriali e gli squallidi quartieri dell'architettura sovietica. Un'ambientazione originale e suggestiva, un protagonista complesso e affascinante, una galleria di personaggi indimenticabili e un impeccabile congegno narrativo: Il treno per Tallinn è un romanzo straordinario e Arno Saar, pseudonimo di un importante scrittore italiano, sa procedere col passo spedito del giallista e la ricchezza di prospettiva del romanziere di classe.


Non appena mi è giunta l’informazione dell’uscita del secondo romanzo di questa serie, non ho aspettato nemmeno un minuto prima di munirmi del primo volume e ad immergermi nella sua lettura. 


Quello che Perissinotto ha fatto è un lavoro degno di nota, poiché la prima caratteristica che salta subito all’occhio riguarda l’estrema particolarità di quest’opera: lo stile di scrittura è ricercato ma mai ridondante, l’approccio risulta quasi freddo, gelido quanto i paesaggi e i luoghi che fanno da cornice allo svolgimento dei fatti, i terreni innevati dell’Estonia. Non aspettatevi, però, uno svolgimento “standard” strutturato come i comuni thriller che siamo abituati a conoscere; oltre a trattare degli argomenti, a mio parere, scomodi e non semplici da sviscerare, l’autore dedica una profonda attenzione a dettagli che, ad un primo sguardo, potrebbero risultare al lettore poco significativi, ma che in realtà sono i tasselli di un intricato puzzle che andremo a comporre durante la lettura. 

Ho percepito un netto stacco tra la prima parte del romanzo, pregno di tutti gli elementi del classico romanzo giallo che, per quanto ben scritto, rischia di “finire nel calderone” dei romanzi analoghi, e la seconda parte dove chi legge si trova catapultato in un vortice di intrighi e non detti, una sorta di accesso ad un mondo che mai potevamo aspettarci di scoprire e, quasi, di poter temere come se ne stessimo facendo parte. 

Mi hanno colpita diversi aspetti di quest’opera, primo fra tutti il luogo, così lontano e a tratti diverso dalla nostra Italia, dove le vicende si svolgono. Anche la questione dello scrivere il primo romanzo sotto pseudonimo per poi rivelare l’identità dello stesso mi ha parecchio incuriosita; di questo però, parleremo non appena pubblicherò l’intervista ad Alessandro Perissinoto (wink!)

Ho due argomentazioni principali per cui mi sento di consigliare questo libro, di cui il primo è senza dubbio la rete di temi trattati, che hanno permesso all’autore di sviluppare una trama avvincente, mai scontata e, a tratti, quasi cervellotica, che sa certamente distinguersi da tutte le altre; il secondo aspetto riguarda i personaggi, di cui ho amato in particolar modo, più del protagonista, la donna che con lui intrattiene una relazione segreta: si sa, i rapporti amorosi in ambito professionale sono sconsigliati, ancor più quando di mestiere fai il poliziotto, ed è questo il motivo per cui ci troviamo davanti ad una coppia come tante altre, distinta però dal fatto che sia lei quella che tiene alla riservatezza, che non prevede per nessun motivo di uscire finalmente allo scoperto. 



Ho appena iniziato la lettura del secondo volume, uscito da pochi giorni insieme alla rivelazione del suo autore, e posso già anticiparvi che l’intrigo sembra ancora più interessante del precedente…non vedo l’ora di terminarlo, mi preoccupa solo il tempo che dovrò ingannare prima di poter affrontare una nuova lettura di questa serie. 

#permeèsì 


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