mercoledì 4 ottobre 2017

Recensione "Il giardino dei musi eterni" di Bruno Tognolini

Buongiorno Amici dei Libri e buon mercoledì!

Oggi parliamo di un romanzo giallo per ragazzi, ambito narrativo che vorrei approfondire sempre più.

Titolo: Il giardino dei musi eterni
Autore: Bruno Tognolini
Editore: Salani
Formato: Rilegato con sovracoperta
Anno edizione: 2017
Pagine: 270 
Prezzo: 13,90€

Ginger, una splendida gatta Maine Coon, si è appena risvegliata nel Giardino dei Musi Eterni, un cimitero per animali. Anche lei adesso è un fantasma, anzi un Àniman, uno spirito che fa parte dell'anima del mondo, invisibile agli occhi umani. La vita di Ginger e i suoi amici Àniman, tra cui il pastore maremmano Orson, il beagle hacker Turing e la saggia e oracolare tartaruga Mamma Kurma, trascorre felice fra tuffi nella pioggia per diventare nuvole, corse nel vento in cui le loro identità si scambiano, chiacchierate e visite di un'umana un po' speciale, chiamata Nonnina. Ma oscure minacce incombono su di loro: nessuno sa spiegarsi alcune misteriose sparizioni e il terreno del cimitero sta per essere venduto a una società edile. E, come se non bastasse, i peluche dei bambini in visita dai loro piccoli amici hanno uno sguardo quasi vivo, inquietante... 

Devo iniziare, ahimé, dicendo che questo romanzo ha deluso le mie aspettative: recensito positivamente in un opuscolo realizzato da Feltrinelli, dedicato ai 100 romanzi migliori del 2017, mi aspettavo che entrasse a far parte della mia top-ten di quest'anno che sta piano piano giungendo al termine; purtroppo non è stato così e vado ad elencarvene i motivi.

I presupposti per leggere una storia originale ed appassionante c'erano tutti: protagoniste assolute sono le anime degli animali da compagnia che affiancano un umano fino alla propria di partita, tutte riunite in un cimitero costruito apposta per loro dove, però, cominciano ad avvenire delle strane sparizioni per mano, sembra, del vecchio e antipatico custode; toccherà agli Animàn scopire la verità, insieme ad una simpatica vecchina, uno dei pochi esseri umani in grado di interagire con gli spiriti degli animali.

Purtroppo lo sviluppo della vicenda non è stata all'altezza delle aspettative, considerando la scarsa attenzione che è stata posta agli avvenimenti salienti e quella che, al contrario, è stata posta sulle lunghe ed eteree descrizioni dedicate ai pensieri, o per meglio dire agli sproloqui, di alcune delle anime presenti nel cimitero degli animali.

La storia si riprende verso la metà del romanzo, quando una svolta decisiva riesce a catturare nuovamente l'attenzione del lettore portandolo a voler sapere di più sul mistero celato dietro le pagine successive; attenzione che però riprende a calare fino alle ultime pagine, quando si giunge alla rivelazione finale.

Credo che lo stile di scrittura di Bruno Tognolini abbia contribuito ad appesantire ulteriormente la scarsa scorrevolezza della storia, arricchito di epiteti e un lessico a mio avviso inutilmente forbito, calcolando quale sia il target di riferimento a cui il romanzo è rivolto. La costruzione della frase non è intuitiva e mi è capitato di dover rileggere più volte alcuni passaggi per comprenderne l'intero significato.

Sono molto dispiaciuta di dover dare un giudizio così duro a questo libro in cui, come detto precedentemente, avevo riposto non poca fiducia. Devo fare una menzione speciale però a chi ha lavorato alla realizzazione della copertina, particolare che ho amato spasmodicamente. Penso che l'inserimento delle illustrazioni, in un romanzo come questo, avrebbe potuto giovare sensibilmente alla riuscita del lavoro...forse, addirittura, penserei di trasporlo sotto forma di fumetto.


#magariancheno


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