mercoledì 10 gennaio 2018

Recensione "Ballata senza nome" di Massimo Bubola

Buon pomeriggio Amici dei Libri!

Sono immensamente felice di parlarvi oggi di un libro che ho avuto l'occasione di leggere grazie a Frassinelli e che ho amato immensamente.

Ballata senza nome | Massimo Bubola | Frassinelli | 192 pagine | 17,90€



La «Spoon River» della grande guerra

«A cento anni dalla battaglia di Caporetto, uno dei più importanti scrittori di canzoni italiani dà voce ai soldati caduti nella Grande Guerra. Un'opera di ampio respiro letterario, storico e culturale, che racconta un momento cruciale della nostra storia, e nello stesso tempo, grazie alla prosa musicale e raffinata di Bubola, ci restituisce le voci, i sentimenti e le passioni di un'Italia oggi scomparsa.»

Senza più voglia di battaglie, andremo via. Senza premi, né medaglie, andremo via. Con un tuono senza voce andremo via. Senza un nome sulla croce andremo via.

Trama: È il 28 ottobre 1921. Siamo nella basilica di Aquileia. Gli occhi di tutti sono rivolti alle undici bare al centro della navata, e alla donna che le fronteggia: Maria Bergamas. Maria deve scegliere, tra gli undici feretri, quello che verrà tumulato a Roma, nel monumento al Milite Ignoto, simbolo di tutti i soldati italiani caduti durante la Grande Guerra. Maria passa davanti a ogni bara, e ognuna le racconta una storia. Sono vicende di giovani uomini, strappati alle loro famiglie, ai loro amori, ai loro lavori, finiti a morire in una guerra durissima e feroce: contadini e cittadini, borghesi e proletari, braccianti e maestri elementari, fornai, minatori, falegnami, muratori, veterinari e seminaristi che parlano in latino con il nemico ferito sul campo di battaglia. Attraverso le voci di questi soldati senza nome non solo riviviamo i momenti cruciali della Grande Guerra, non solo ci caliamo, in una vera trance empatica, nelle vite dei protagonisti, ma riscopriamo un'Italia che oggi si può dire definitivamente scomparsa. Massimo Bubola, in questa «ballata», fonde le sue eccezionali doti di musicista con una sensibilità linguistica davvero rara: fa rinascere parole dimenticate, le armonizza e le «mette in musica», e dà alla luce un'opera destinata a rimanere nel tempo, sia per il suo valore storico e culturale, sia per la sua qualità lirico-letteraria.

Certamente iniziare l'anno di letture in questo modo è appagante, e contribuisce ad aumentare il mio entusiasmo nei confronti di tutte le scoperte che sono sicura farò durante il 2018, in ambito letterario.

Il processo di avvicinamento verso questo libro è stato piuttosto comune: attratta dalla copertina, ho cercato informazioni sul contenuto, eliminando ogni ombra di dubbio; quando ho effettuato qualche ricerca anche sull'autore, l'insieme di elementi che ho ottenuto è stato così esplosivo da permettermi di innamorarmi a tutto tondo dell'opera e di ogni sua sfaccettatura. 

Massimo Bubola è il paroliere dalla cui penna, e anima, sono nati alcuni dei più grandi successi di Fabrizio De André e Fiorella Mannoia, oltre ad averlo condotto lungo la sua luminosa carriera artistica, arrivando ad avere all'attivo una discografia che conta più di venti lavori. 

Quello che secondo me ha realizzato scrivendo questo libro è una meravigliosa commistione tra più tipologie di talenti artistici, affiancando alla narrativa la musicalità e la poesia dei suoi testi, e fornendo al lettore la possibilità di lasciarsi cullare dalle note della sua produzione musicale; più che un libro, definirei "Ballata senza nome" un'esperienza sensoriale

Bubola è stato in grado di dar voce a chi se l'è vista strappare dalla gola troppo presto, risvegliando nel lettore un immaginario che, a volte, si fatica a comprendere. Nel mio caso specifico, avendo frequentato poco e male le scuole dell'obbligo, mi porto dietro da anni un bagaglio culturale piuttosto inconcludente, che sto arricchendo durante il cammino in maniera autonoma; libri come questo sono il mio mezzo per apprendere in maniera continuativa, le storie raccontate da una voce come quella di Bubola si scavano un posto nei cuori, oltre che nelle menti e tra i ricordi. 

Ho trovato la struttura del libro estremamente accattivante ed è stata in grado si tenermi incollata alle pagine per una notte intera. Lo stile di scrittura dell'autore, diretto e carico dei più disparati sentimenti, mi ha commossa e appassionata, permettendomi di provare molte emozioni dalla forza disarmante. Ulteriore punto di forza è l'empatia che il lettore viene portato a provare sia nei confronti dei militi ignoti che in quelli di Maria, grande e fondamentale presenza all'interno della storia. 

Concludo assegnando a questo libro il voto massimo previsto, con la speranza che ogni persona che legga questo mio punto di vista possa essere incuriosita e invogliata ad intraprenderne a sua volta la lettura. 


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